La tragedia greca

 

La tragedia nasce ad Atene alla fine del VI sec. a.C., ma la sua origine è assai discussa. Il termine stesso tragodìa è inteso in vari modi: a) "canto dei capri"; b) "canto per il sacrificio del capro"; c) "canto per il capro" (inteso come premio). Aristotele scrive: "Trae la sua origine dall’improvvisazione, non solo la tragedia, ma anche la commedia: la prima dai corifei che intonavano il ditirambo, la seconda da chi guidava le processioni falliche, rimaste in uso ancora oggi in varie città" (Poetica, 1449a, 10).

 

Secondo il filosofo l’origine va dunque rintracciata nei rituali dionisiaci, durante i quali satiri travestiti da capri, cioè i tràgoi seguaci di Dioniso, cantavano il ditirambo, un coro di natura magico-religiosa legato ai culti agresti in onore del dio. All’inizio, il coro avrebbe improvvisato una danza e un canto intorno all’altare di Dioniso e davanti ad un pubblico identificato religiosamente con lo stesso coro. Più tardi un corifeo (o capocoro) si sarebbe staccato dal gruppo per raccontare l’azione (dràma) del dio.


L'origine dionisiaca può essere avvalorata dalla connessione delle rappresentazioni tragiche con le feste dionisiache, in special modo con le Lenee e le Grandi Dionisie, connessione che si è tentato, ma senza fortuna, di dimostrare secondaria. E una tragedia come le Baccanti euripidee può dare qualche idea del fervore dionisiaco che dové ispirare le prime tragedie: alcune di esse (non è per nulla necessario che fossero tutte) celebravano fatti della "storia sacra" di Dioniso.

 

In questi ultimi anni si è venuta determinando una vivace reazione contro le opinioni tradizionali. Il primo a sostenere una nuova teoria (precorso, in parte, dal Rohde e dal Dieterich, che volevano connettere l'origine della tragedia con i misteri) fu Guglielmo Ridgeway, che nel suo libro The Origin of Tragedy with Special Reference to the Greek Tragedians si staccò nettamente da Aristotele, facendo risalire l'origine della tragedia alle danze mimiche in onore degli eroi (morti illustri, divinizzati). Tracce di queste danze mimiche, in cui gli attori sembrano portare maschere di pelli di animali, furono trovate nei monumenti micenei.

 

 

Il teatro di Dioniso è forse la prima struttura teatrale stabile, sorto tra il VI e il V secolo a. C. sul declivio dell’acropoli di Atene, di fronte al tempio dedicato al Dio. Inizialmente era costruito in legno ma, col passare del tempo e con il proliferare della tragedia, venne rifatto in pietra e diventò un'edificio di grande importanza nella vita cittadina. Questo importante sito archeologico è stato riscoperto alla fine dell’Ottocento: la struttura giunta fino a noi è per lo più di epoca romana ma gli archeologi hanno potuto identificare ben 9 fasi costruttive differenti. Il teatro venne ricostruito nel IV secolo a. C. in pietra e marmo: solo 20 delle 64 file predisposte per ospitare i 17 mila posti a sedere sono giunte ai giorni nostri intatte.

 

 

La forma del teatro greco ricorda una solitaria valle di montagna:

l'architettura della scena sembra una luminosa immagine di nuvole,

che le baccanti esaltate e disperse sulla montagna

guardano dall'alto, come la magnifica cornice

nel cui centro si rivela a loro l'immagine di Dioniso.

 

Friedrich Nietzsche


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Euripide. Le Baccanti
"Le Baccanti" è una tragedia di Euripide scritta mentre l'autore era alla corte di Archelao, re di Macedonia, tra il 407 ed il 406 a.C. Euripide morì pochi mesi dopo averla completata.
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Umberto Albini. Nel nome di Dioniso
Il grande teatro classico rivisitato con occhio contemporaneo.
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