Origini

Dopo più di un secolo di ricerche, Dioniso resta ancora un enigma.

Per l'origine, la sua natura, e il tipo di esperienza religiosa

cui dà l'avvio, si distingue dagli altri grandi dei greci.

 

Mircea Eliade

 

 

 

Nella tradizione letteraria il dio appare con una connotazione di estraneità al mondo greco: in particolare è affermata la sua origine tracia: sono stati rilevati, infatti, elementi comuni nel culto greco di Dioniso e in culti della Tracia, con possibilità di rapporti reciproci, uniti forse a influssi dell'Asia Minore (già autori antichi sostenevano l'origine frigia del dio). Non pochi elementi attestano l'antichità del culto di Dioniso in terra greca: in particolare la presenza del nome sulle tavolette micenee in lineare B del 1500 a.C., il carattere orgiastico dei culti della vegetazione della religione minoica, nonché la credenza, diffusa a Creta, che il toro rappresenti una sorta di epifania divina (e Dioniso viene talvolta invocato con l'appellativo di "toro").

 

Nella figura e nel culto di Dioniso, dunque, sono manifesti elementi estranei alla civiltà greca, elementi di evidente derivazione straniera, importati dal settentrione: la questione sta nel decidere se si debba riconoscere in Dioniso un dio straniero, tracio, disceso dalla sua patria d'origine in Grecia e ivi trasformato con elementi propri della cultura ellenica, oppure un dio nazionale dei greci, sul culto del quale vennero a innestarsi pratiche rituali e credenze proprie della religiosità dei Traci. Parte degli studiosi moderni ha preferito la prima teoria.

 

In questo processo di osmosi, forme diverse e peculiari del culto di Dioniso si svilupparono nei paesi del settentrione e dell'Oriente - in Macedonia, in Tracia, in Asia Minore - dove le leggende e i riti indigeni si fusero con quelli greci: in Tracia e in Macedonia prevalsero gli elementi selvaggi del culto, in Asia quelli molli e voluttuosi; nelle regioni dell'Asia Minore, specialmente in Lidia e in Frigia, il culto di Dioniso venne subito in contatto con la religione della Gran Madre e i due riti si compenetrarono e si fusero l'uno con l'altro, rifluendo poi, così amalgamati, nella Grecia propria. Tale fu specialmente il culto del monte Tmolos in Lidia.

 

Anche la figura fisica del dio ne risultò notevolmente trasformata e orientalizzata nell'aspetto, nel vestito e negli altri attributi. Fin nell'India arrivarono, con la spedizione di Alessandro, la figura e il culto di Dioniso, che del resto già le antiche leggende avevano fatto giungere in Media e in Arabia, grazie soprattutto alla tendenza dei Greci d'identificare gli dei e gli eroi di altre genti con i propri. Nelle Dionisiache di Nonno (c. 400 d. C.) sono narrate appunto le leggendarie imprese di Dioniso nell'India.